Quando l’ambulanza ritarda, i cittadini sono portati a pensare che vi siano pochi mezzi, oppure carenza di personale. Ma il vero motivo lo conoscono gli infermieri ed in particolare quelli del 118.
Ormai da anni Stefano Barone, Dirigente Nazionale del sindacato Nursind, denuncia la grave carenza di posti letto negli ospedali romani. Oggi l’articolo sul Messaggero dove, con Alessandro Saulini, delegato Nursind del ARESS 118, si spiega il meccanismo che determina il blocco delle ambulanze romane.
Dai 30 ai 50 mezzi rimangono fermi ai pronto soccorso per carenza di posti letto. L’impossibilità di ricoverare i pazienti, determina lo stazionamento dei malcapitati sulla barella dell’ambulanza. La ‘sottrazione’ della barella, che spesso perdura per ore, blocca l’ambulanza con il suo equipaggio e, nell’attesa che al paziente venga trovato posto letto, altre persone chiamano il 118, ma l’ambulanza tarderà, è ferma al pronto soccorso.
In tv si parla di PNRR e digitalizzazione , miliardi di euro e bei progetti, un mondo lontano dalla realtà romana dove i pazienti non trovano posto letto e gli infermieri subiscono la cattiva gestione di un sistema sanitario che non li ascolta.