Grazie alle azioni giudiziali promosse da Nursind Roma, agli infermieri di numerosi ospedali romani sono stati riconosciuti 55.514,98 euro totali di risarcimento danno per buoni pasto non erogati dalle aziende sanitarie e per la mancata fruizione della connessa pausa. Le aziende sono state condannate anche al rimborso delle spese legali.
Il buono pasto dopo le 6 ore
“Il giudice ci ha dato ragione: il buono pasto e la pausa pranzo sono un diritto che dev’essere riconosciuto a tutti i lavoratori che abbiano un orario di lavoro superiore alle 6 ore. “ Esprime piena soddisfazione il segretario provinciale di Roma Stefano Barone che prosegue: “A seguito della nostra battaglia, iniziata due anni fa, è arrivata in questi giorni l’ennesima sentenza favorevole che sancisce il diritto al buono pasto del lavoratore, soprattutto per le categorie più disagiate come i turnisti. Si tratta di un diritto che alcune aziende romane non volevano riconoscere se non dopo 8 ore di lavoro, facendo riferimento ad una vecchia direttiva della Regione Lazio che non era aggiornata rispetto al contratto. Per questo abbiamo offerto ai lavoratori supporto legale gratuito, promuovendo il ricorso in tribunale “.
La prescrizione diventa decennale
Grazie all’azione legale, promossa dal sindacato degli infermieri, è stato riconosciuto il risarcimento economico ai colleghi delle seguenti aziende ospedaliere: Policlinico Tor Vergata, San Camillo Forlanini, Asl Roma 6 e Asl Roma 5.
“Siamo ancora più felici di far riconoscere questo diritto in particolar modo ai colleghi che vivono un profondo disagio lavorativo a causa delle criticità che investono la sanità laziale. – afferma Barone- Nelle sentenze emesse siamo riusciti inoltre ad ottenere il riconoscimento della prescrizione decennale, invece che quinquennale, in quanto viene definita dal giudice di natura assistenziale.Un risultato che ci soddisfa oltre le aspettative ,nel rispetto del diritto dei lavoratori, e permette di sgombrare finalmente il campo da interpretazioni soggettive nelle singole aziende, riconoscendo ciò che fina ad oggi era negato: il rispetto della legge e del contratto collettivo nazionale della sanità.”
Le aziende devono rispettare la legge
La Segreteria Provinciale NurSind ringrazia lo studio legale ed in particolare l’avvocato Lidia Porzio che ha creduto in questa battaglia e l’ha sostenuta con costanza e professionalità. L’avvocato Porzio ha spiegato che in particolare i Giudici hanno chiarito quanto segue:
– “Le Aziende sanitarie sono obbligate a rispettare la legge ed il contratto collettivo che sanciscono il diritto del lavoratore al pasto e al connesso recupero psicofisico, già dopo sei ore di effettivo lavoro, sia in riferimento ai turni notturni che diurni e, laddove manchi o sia chiusa la mensa, il diritto al pasto deve essere riconosciuto mediante il buono sostitutivo;
– In caso di inadempimento del datore di lavoro, il lavoratore ha diritto di richiedere il risarcimento del danno per mancata fruizione del pasto e mancato riconoscimento dei buoni pasto con retroattività fino a 10 anni.” Ciò significa che tale reato, che in passato si riteneva prescritto dopo 5 anni, oggi può essere riconosciuto con una retroattività fino a 10 anni.
Prosegue la battaglia per i diritti
Per la stessa battaglia sul diritto al buono pasto, abbiamo garantito supporto legale gratuito anche ai lavoratori del Policlinico Umberto I e ci auguriamo di ottenere presto un’altra vittoria. Ringraziamo, come sempre, i nostri iscritti che sostengono e apprezzano le iniziative promosse dal NurSind nel rispetto dei diritti dei lavoratori.
Il Segretario Provinciale
Stefano Barone