Per gli infermieri l’opinione dei cittadini conta. Per questo il NurSind ha promosso un’accurata indagine allo scopo di conoscere il punto di vista dei cittadini nei confronti delle professioni infermieristiche. Si è voluto inoltre analizzare anche il parere degli italiani rispetto a possibili servizi, in convenzione o a pagamento, forniti dagli infermieri.
L’indagine è stata condotta mediante interviste online con metodo CAWI (Computer Assisted Web Interview) su un campione composto da 800 cittadini, rappresentativi della popolazione italiana maggiorenne secondo i parametri genere, classe d’età, area geografica, titolo di studio e partito votato alle ultime elezioni (settembre 2022).
I cittadini apprezzano il valore sociale
Dalla ricerca è emersa una considerazione molto positiva nei confronti degli infermieri, incentivata anche dal loro ruolo chiave durante la pandemia. Tra i giovani, risulta particolarmente apprezzato il valore sociale e umanitario della professione, piuttosto che la reperibilità e la stabilità del posto di lavoro.
Oltre 2 italiani su 3 sosterrebbero amici o parenti nella scelta di intraprendere un percorso formativo e professionale per diventare infermiere. Un non trascurabile 31%, però, sconsiglierebbe questo percorso di studi.
Tra gli aspetti considerati più negativi per questa professione, troviamo la percezione di turni di lavoro difficili da sostenere, con un impegno fisico e mentale molto elevato e l’esposizione a malattie e virus. Inoltre, i giovani percepiscono maggiormente il peso del lungo percorso di studi e la scarsa autonomia decisionale.
La libera professione degli infermieri
Il 34% degli intervistati sarebbe d’accordo con l’esercizio della libera professione anche da parte degli infermieri dipendenti del SSN. Tuttavia prevalgono le opinioni contrarie a questa ipotesi. In contrasto con questo dato, risulta che quasi 2 italiani su 3 sarebbero disposti a fruire di servizi a pagamento, forniti dagli infermieri. Trattandosi di un tema nuovo per l’opinione pubblica, è normale che i pareri al riguardo non sono ancora stabili.
Quanto alla contrarietà espressa dal 40% degli intervistati rispetto all’esercizio della libera professione, secondo il segretario Nursind Andrea Bottega questo dato “tradisce soltanto un attaccamento della gente alla sanità pubblica e alle sue figure di riferimento. Non a caso, infatti, oltre metà del campione non esclude più autonomia decisionale e maggiori competenze per gli infermieri e il 62% fruirebbe anche delle nostre prestazioni a pagamento. A dimostrazione – conclude Bottega – di una professionalità ampiamente riconosciuta e percepita, soprattutto su prestazioni e medicazioni che non abbiano a che fare con diagnosi e prescrizioni terapeutiche”.