“Siamo esasperati, demotivati, nevrotici sempre con la paura che possa accaderti qualcosa perché, fatta eccezione per qualche telecamera sparsa qua e là, non ci sentiamo al sicuro né fisicamente né tantomeno a livello di responsabilità professionale.” E’ una delle testimonianze raccolte da Alessandro Iacchetti, Dirigente NurSind PTV e coordinatore della segreteria laziale.
Infermieri esasperati e spaventati
E’ solo di due giorni fa la notizia di un turista che ha preso a pugni due infermieri del pronto soccorso. Il tema della sicurezza, del personale che opera in emergenza, è stato affrontato in diverse occasioni dal segretario Provinciale Stefano Barone, che ne ha parlato anche ai microfoni di TG56. Nonostante le gravi criticità, gli infermieri comprendono la frustrazione dei pazienti che spesso stazionano in sala d’attesa oltre 12 ore. Al contempo i professionisti non sono disposti a subire rabbia e violenza provocate da una cattiva organizzazione che non dipende da loro. Difatti i colleghi si ritrovano spesso in due a gestire una media di 34 pazienti critici e ciò comporta 34 valutazioni dei parametri, 34 prelievi, 34 tamponi, 34 terapie.nOltretutto non si tratta di persone in condizioni stabili ma di anziani non autosufficienti che rischiano di cadere dalla barella, pazienti con disagio psichico che possono mettere in pericolo gli altri. Come se non bastasse, in assenza degli OSS gli infermieri sono chiamati a curare ogni minimo dettaglio fra cui la custodia degli effetti personali dei pazienti (dentiere, apparecchi acustici) ed il comfort alberghiero.
Le soluzioni ci sono ma non arrivano
“La situazione dei pronto soccorso laziali è complessa ma potrebbe essere gestita. – afferma Alessandro Iacchetti – Come organizzazione sindacale, segnaliamo costantemente i disservizi e proponiamo soluzioni per la riorganizzazione ma non veniamo ascoltati. Laddove il pronto soccorso si trova in sovraffollamento, – prosegue il coordinatore NurSind- e non vi è possibilità di ricoverare o trasferire i pazienti, occorre almeno aumentare il contingente assistenziale Medico, Infermieristico, OSS. E’ evidente che, al pronto soccorso, l’allocazione di personale in base agli accessi non risulta adeguata alla realtà assistenziale.” Il paradosso è che, mentre nei pronto soccorso abbiamo infermieri sfiniti dall’intensità del lavoro, nelle graduatorie abbiamo infermieri senza lavoro in attesa di essere convocati.