NurSind Roma torna a denunciare le critiche condizioni di lavoro dei colleghi in servizio presso la Medicina Fast dell’Ospedale Sant’Andrea, reparto recentemente riorganizzato in degenza Covid. In particolare, durante la notte del 19 dicembre è stato previsto in servizio un solo infermiere del reparto, affiancato da un collega che proveniva da altro reparto.
Il sindacato NurSind sta monitorando la situazione
Il NurSind Roma sta monitorando la situazione da tempo chiedendo un celere intervento per una migliore organizzazione del servizio a favore di pazienti e operatori. “Nonostante una graduatoria ancora attiva, persiste in tutta l’azienda la grave carenza di personale – afferma Vincenza Di Luca, Segretaria Aziendale NurSind – situazione che si percuote sulla sicurezza di pazienti e operatori. Occorre inoltre sottolineare il fatto che spostare infermieri da un reparto all’altro, come succede oggi al Sant’Andrea, consente un utilizzo solo parziale dei professionisti infermieri. Difatti, l’infermiere, che non conosce il reparto dove lavora, non è messo in condizioni di svolgere a pieno il proprio lavoro. Questo si ripercuote sul carico di lavoro dell’infermiere esperto del reparto nonché sulla qualità delle cure.”
La situazione dei pazienti
Il 19 dicembre, presso in reparto Medicina Fast, erano ricoverati 10 pazienti, di cui 8 Covid, tutti sotto monitoraggio dei parametri vitali attraverso i monitor. La disposizione su un lungo corridoio, rendeva impossibile agli infermieri la visione globale dei pazienti, con scarsa possibilità di avvertire i segnali acustici di allarme, dovuti all’ alterazione dei parametri vitali, alla chiamata dei pazienti o al malfunzionamento dei ventilatori meccanici. In particolare due pazienti erano sottoposti a casco respiratorio (NIV), un paziente era sotto ossigenoterapia ed uno ha avuto bisogno di trasfusione ematica urgente.
Le condizioni degli infermieri
L’unità infermieristica inviata a supporto, no lavorando stabilmente nella Medicina Fast, non conosce l’organizzazione del reparto e non possiede le credenziali informatiche di accesso, necessarie per lavorare. Pertanto il carico di lavoro si riversa maggiormente sull’unico infermiere appartenente al reparto, che è quindi impossibilitato a far fronte a tutte le esigenze e sottoposto ad un carico di stress inaccettabile. A questa condizione si è aggiunto l’aggravamento delle condizioni di un paziente, che ha richiesto la chiamata e l’intervento del medico di guardia. Come se non bastasse, occorre chiarire che per l’assistenza ai pazienti in isolamento, come appunto quelli della Medicina Fast del Sant’Andrea, da protocollo è necessaria la presenza di due unità di personale per l’ingresso in ogni stanza. Solo così è possibile garantire la sicurezza attraverso la dovuta distinzione dei percorsi sporco-pulito e la corretta procedura di vestizione e svestizione delle tute di protezione.
Gli infermieri non si risparmiano giorno e notte per garantire ai pazienti al dovuta assistenza, ma lavorare in queste condizioni è spiacevole, mortificante e rischioso.