I contagi tra gli operatori sanitari sono aumentati del 192,3% negli ultimi due mesi. Lo dichiara l’Istituto Superiore di Sanità che ha registrato un impennata dei positivi: dai 936 casi del 14 settembre, si è passati a 2.736 casi al 14 novembre. E l‘80% dei contagiati sono infermieri! A luglio la Regione Lazio ha aggiornato l’ordinanza ”Raccomandazioni per la prevenzione o limitazione della diffusione del SARS-CoV-2 e della patologia correlata (COVID-19)” , chiedendo alle aziende sanitarie di definire un programma di screening strutturato, per ridurre il rischio di infezioni all’interno delle stesse, ma oggi non abbiamo ancora un’indicazione chiara e omogenea per tutte le strutture.
Intervenire subito per tutelare infermieri e pazienti
“Si tratta di una situazione allarmante – ha dichiarato Stefano Barone – calcolando che solo lo 0,85% della categoria non è vaccinata”. Per questo il NurSind Roma torna a chiedere alle autorità sanitarie di tutelare gli infermieri in quanto lavoratori fortemente esposti al rischio. In particolare la Segreteria Provinciale chiede che tutti gli operatori sanitari vengano sottoposti periodicamente a tamponi molecolari. “Chiediamo un intervento chiaro e autorevole da parte della Regione Lazio” – prosegue il Segretario provinciale NurSind Roma – Fu la regione stessa, lo scorso luglio, a chiedere alle aziende sanitarie di adottare azioni di screening strutturato, per tutelare i lavoratori. Ed oggi, che siamo oramai nella quarta ondata, è necessario aumentare il livello di attenzione con controlli periodici, con cadenza almeno settimanale, NON ogni 15-30 giorni come indicato dalla Regione e NON su base volontaria. Questo permetterebbe di monitorare gli operatori sanitari e accertarsi così che non vi siano soggetti asintomatici e contagiosi.”
Identificare gli asintomatici
Dopo il focolaio sviluppatosi tra gli infermieri in servizio presso gli Ospedali San Giovanni, Umberto I e Sant’Eugenio, il NurSind Roma chiede alle aziende sanitarie di utilizzare tutte le strategie atte ad individuare le infezioni asintomatiche. Alla Regione Lazio si chiede la revisione delle procedure per la Gestione dell’Emergenza Covid-19, aggiornate a luglio scorso. Occorre definire, tra l’altro, con quale frequenza gli infermieri debbano essere sottoposti a tampone antigenico o molecolare ed orientare il programma vaccinale per garantire, celermente, la terza dose (booster) a chi ne ha bisogno. “Grazie alla vaccinazione di massa degli infermieri, le conseguenze dei contagi sono state contenute, ma nulla sembra essere cambiato riguardo i controlli sul personale che, a nostro avviso, è l’unica strategia efficace per contenere la diffusione del virus.”